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Acqua e sport l’importanza della re-idratazione


Il nostro corpo, lo sappiamo bene tutti, contiene una grande quantità di acqua. Quello che forse sappiamo un po’ meno, è che essa regola un’enorme quantità di scambi intracellulari e soprattutto è responsabile del corretto gradiente osmotico tra l’ambiente extracellulare e quello intracellulare. Questo equilibrio normalmente è garantito dal vivacissimo passaggio transmembrana di liquidi e soluti, fondamentale perché la cellula si mantenga attiva e tutti i processi al suo interno funzionino bene, ma anche per la sua stessa vitalità: una cellula non adeguatamente idratata invecchia (e muore) prima. Lo stato di idratazione del nostro corpo è talmente importante da essere regolato da una serie di sensori e da una centrale di regolazione che è dotata di osmorecettori in grado di rilevare eventuali diminuzioni dell’acqua nelle cellule e di stimolare il meccanismo della sete. Il meccanismo della sete però ha una piccola imperfezione, che normalmente non ha una rilevanza importante, ma nel caso dell’attività fisica può crearci qualche empasse. I barocettori reagiscono con una tempestività ai cambiamenti di pressione osmotica che è sufficiente nel caso della vita quotidiana, lo è meno quando stiamo praticando uno sport, magari intenso. Cosa significa tutto ciò? In pratica che quando avvertiamo la sensazione di sete mentre stiamo pedalando, di solito quella sensazione arriva in ritardo e noi siamo disidratati... Ecco che tocchiamo il primo punto: cosa significa disidratazione e che impatto ha? Prendiamo la definizione dell’European Hidration Institute: «La disidratazione si verifica quando il corpo perde più acqua di quanta ne assuma. Spesso è accompagnata da alterazioni nell’equilibrio di sali minerali o elettroliti, soprattutto per quanto riguarda le concentrazioni di sodio e di potassio.» Abbiamo il quadro completo della situazione. Ma quanto è pericolosa la disidratazione? In circostanze normali il corpo perde ogni giorno circa 2- 3 litri di acqua, che deve poi reintegrare. Il nostro corpo riesce a “tamponare” la disidratazione per un breve periodo. Durante l’attività fisica la perdita di liquidi aumenta fino a più che raddoppiare nei momenti di massimo sforzo. Se l’acqua persa non viene reintegrata, il corpo può andare incontro a conseguenze che vanno dalla disidratazione lieve (mal di testa, affaticabilità, sensazione di sonno, letargia), per arrivare alla situazione di disidratazione grave (sete estrema, assenza urine, respirazione rapida, confusione, pelle fredda) che può essere pericolosa. E l’impatto della disidratazione sulla performance? Lo stato di idratazione influisce anche sulla prestazione atletica ed in modo piuttosto rapido, infatti una disidratazione dell’1% fa aumentare la temperatura corporea, mentre una disidratazione del 2% in peso riduce visibilmente la performance atletica. Se prendessimo un atleta di 68 chili, con un semplice calcolo una perdita del 2% sarebbe inferiore a 1,3 litri di acqua durante la prestazione, valore che si raggiunge con una certa facilità! Cosa fare per evitare la disidratazione? Sembra banale, ma la prima cosa da fare è bere… acqua! Infatti già solo bere semplice acqua aiuta a rimanere idratati. Se però la fatica aumenta, la sola acqua può non bastare ed è utile un prodotto reidratante specifico. Cosa dovrebbe contenere? Innanzitutto sali minerali, importanti per reintegrare quelli persi con l’attività fisica. Poi dovrebbe contenere le vitamine del gruppo B e un’adeguata dose di carboidrati, fonte di energia importante specie quando l’attività è più intensa. E deve essere ipotonica, in quanto deve fornire liquidi al corpo e non richiamarli nel lume intestinale. Meglio evitare il “fai da te”. è utile chiedere al farmacista il prodotto più adatto e seguire una integrazione consapevole assieme a un corretto comportamento alimentare. Un’adeguata gestione degli allenamenti e dell’idratazione contribuirà a migliorare la performance!

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