Alimentazione, igiene, sintomi e precauzioni: come contrastare la più comune infezione delle vie urinarie
Interessa di più le donne, soprattutto in età fertile e sessualmente attive. Il 4% dei casi, infatti, si manifesta tra le 24-72 ore dopo un rapporto. A scatenarla possono essere anche la stipsi e l’assunzione di alcuni farmaci. Tra i fattori predisponenti, calcoli, malformazioni delle vie urinarie o l’ipertrofia prostatica negli over 50. Sì perché la cistite colpisce anche gli uomini e in età pediatrica. Il rischio sotto i 14 anni è maggiore nelle femmine e in presenza di ritenzionismo urinario, disfunzioni vescicali e dello sfintere uretrale esterno, reflusso vescico-ureterale o concomitanza con fimosi nei maschi, vulvo-vaginiti o sinechie delle piccole labbra nelle femmine, stipsi o ossiuriasi in entrambi i sessi. Nei primi anni di vita si deve pensare alla cistite anche in caso di sintomi aspecifici (febbre, disturbi gastroenterici, irritabilità, anoressia, scarso accrescimento ponderale, pianto durante la minzione, urine maleodoranti, arrossamento all’interno coscia e ittero). Più avanti bisogna prestare attenzione alla necessità di urinare di frequente, poco, con bruciore o dolore, all’incontinenza e ai dolori in sede lombare e/o sovrapubica. Per prevenire la cistite, è importante bere 1,5 litri d’acqua al giorno per diluire la concentrazione batterica e seguire una corretta igiene intima (dall’alto verso il basso) con sapone neutro. Non trattenere la pipì e seguire una dieta ricca di fibre per contrastare la stipsi. Dopo i rapporti sessuali - che è bene evitare con la cistite - lavarsi e svuotare la vescica. Usare biancheria di cotone, cambiare il costume dopo i bagni e spesso l’assorbente ed evitare pantaloni stretti. Non ultimo il succo di mirtilli rossi: i flavonoidi contrastano l’annidamento dei batteri intestinali nella vescica.
Interessa di più le donne: oltre il 30%, almeno una volta nella vita, dovrà affrontarla. Tra queste, il 20% soffre di episodi ricorrenti. La cistite batterica è un’infezione della vescica che coinvolge l’urotelio, il tessuto che riveste internamente le vie urinarie. In 8 casi su 10 a causarla è l’Escherichia coli, il più comune batterio intestinale, cui seguono Staphylococcus aureus e Proteus. I sintomi più frequenti sono bruciore alla vescica durante e dopo la minzione, urine torbide e maleodoranti, dolore al basso ventre e, nei casi più gravi, presenza di sangue nelle urine e persino febbre. Indispensabili gli esami delle urine e l’urinocultura per scegliere il trattamento più adeguato. Dagli esperti dell’Associazione Mondiale per le Malattie infettive e i Disordini Immunologici, le indicazioni per identificarla ed evitarne l’insorgenza.
Fonte: rivista Pharma Magazine Febbraio 2020
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