Diminuiscono i matrimoni, ma il “sogno” del sì non si spegne: serenità, impegno e condivisione gli elementi irrinunciabili per trasformare la favola in realtà
Stefania Puglisi
• Psicologo-psicoterapeuta e Mediatore Familiare, Genova
L’amore si costruisce ogni giorno: ogni volta si impara dagli errori, si superano i conflitti, si fatica con impegno, si vive meravigliandosi di sé e dell’altro. Per vivere bene insieme bisogna impegnarsi e prendersi cura dell’altro, conoscersi e usare intelligenza e sensibilità. In Europa il numero dei single e delle famiglie monoparentali è in costante aumento: secondo gli ultimi dati europei la media annuale è di circa 4 matrimoni ogni 1000 abitanti. Tra le possibili cause della diminuzione delle celebrazioni, ci sono il problema del costo degli alloggi e le difficoltà lavorative. L’emancipazione dai genitori avviene sempre più tardi, soprattutto in paesi come l’Italia e la Spagna, dove 4 ragazzi tra i 25-34 anni su 10 vivono ancora coi genitori - e questo nonostante un livello di istruzione più elevato. Ma ci sono ragioni più profonde, come esperienze o esempi negativi sulle spalle, la mancanza di fiducia in un impegno a lungo termine o comunque sancito da altri, laico o religioso che sia. Così il matrimonio è diventato un’alternativa tra le molte possibili forme di convivenza di una coppia di innamorati. Un’alternativa che, di fronte al numero crescente di separazioni e divorzi, non si delinea più come sicura fonte di felicità.
Su cosa si fonda il matrimonio?
Sul consenso dei contraenti, ovvero sulla volontà di donarsi all’altro e di vivere insieme un amore duraturo e fedele. Si tratta di un impegno preciso, concreto, che implica un progetto a lungo, anzi lunghissimo termine: un aspetto, questo, che spaventa molto, soprattutto se rapportato a un mondo colmo di insicurezze materiali ma ancor più emotive. Per questo ogni coppia deve trovare il proprio equilibrio e affrontare le esigenze imposte da un mondo più sfuggente rispetto a quello dei propri genitori e nonni: lavoro, residenza, educazione dei figli sono ambiti nei quali il confronto e l’intesa sono indispensabili. Nonostante innumerevoli limiti e difficoltà, il matrimonio resta nell’immaginario di molti un traguardo - o meglio una sfida - importante. Nella maggior parte dei casi il mitico sì arriva non prima dei trent’anni, dopo la fine dell’università e in coincidenza con la ricerca dell’indipendenza. La necessità di crescere lontano dall’influenza della famiglia di origine e di creare una propria realtà, spesso comprende anche l’abbozzo di un disegno della famiglia che si vorrà costruire. Tra desiderio e realtà si situano le prime esperienze di autonomia e di condivisione di viaggi, esperienze o convivenze. Spesso la distanza tra il sogno, le aspettative e la realtà è incolmabile. Il matrimonio, invece, viaggia sul binario opposto: quello del sogno, sì, ma ancorato al principio di realtà. Stare bene insieme e condividere valori e prospettive, sostenendosi a vicenda, sono le premesse essenziali per costruire un futuro condiviso. Così il matrimonio diventa una sfida ma, soprattutto, un’alleanza: la coppia dovrebbe essere luogo di serenità, anche contro le avversità della vita, ed essere animata da obiettivi condivisi di crescita, sostegno e benessere emotivo. Con queste premesse il matrimonio diventa un passo naturale, irrinunciabile: il momento in cui tutto inizia per continuare… per sempre!
Fonte: rivista Pharma Magazine Marzo 2020
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